Allattamento materno e Unicef: cosa è importante sapere

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Dal 1 al 7 agosto si celebra la settimana mondiale dell’allattamento materno

Nella settimana mondiale dell’allattamento materno (World Breastfeeding Week), l’Unicef coglie l’occasione per ricordare l’importanza di questa pratica che va a beneficio di mamma e figlio. Gli esperti raccomandano che il bimbo venga regolarmente allattato al seno per i primi sei mesi di vita. Secondo i dati raccolti nel 2018 solo il 41% dei bambini è stato allattato al seno in questa primissima fase della vita. Il dato aumenta al 50% se si considerano solo i paesi meno sviluppati. Questo indica che maggiore è il benessere di vita e minore il tasso di allattamento.

Ma da cosa dipende tutto ciò? Certamente le mamme che lavorano avrebbero bisogno di maggiori agevolazioni. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro detta le regole in materia di permessi retribuiti a favore delle mamme. Ma sono pochi gli stati che rispettano pienamente il diritto di allattare. Ancora meno quelli che attrezzano sul luogo di lavoro degli spazi dedicati, per consentire l’allattamento o l’estrazione del latte materno a intervalli regolari.

Eppure uno studio dell’Unicef rivela che, se la mamma lavoratrice può usufruire di un permesso di maternità di almeno 6 mesi, è molto probabile che allatterà il bambino per tutto l’arco del periodo raccomandato.

I vantaggi per mamma e bebé

Secondo le stime, prolungare ad ogni bambino l’allattamento al seno, per i primi sei mesi di vita, eviterebbe ogni anno 823.000 decessi infantili e circa 20.000 decessi per tumore al seno nelle mamme. La diffusione, a livello globale, dell’allattamento materno esclusivo in questo periodo di vita dei neonati, comporterebbe un risparmio di circa 300 miliardi di dollari.

E’ quindi noto nel mondo, che allattare al seno un bambino nei primi sei mesi di vita protegge dalle infezioni acute della primissima infanzia, riduce il rischio di sviluppare allergie e di soffrire di obesità durante l’adolescenza. Inoltre migliora lo sviluppo fisico e psicomotorio.

Anche per la mamma ci sono benefici. Riduce il rischio di tumore alla mammella e all’ovaio, favorisce il recupero del peso forma, accelera il ritorno dell’utero alle dimensioni normali.

Il contatto fisico “pelle a pelle” immediato post parto tra madre e figlio e l’attaccamento al seno tempestivo prevengono il rischio di ipotermia del neonato. Oltre a favorire il legame psico-affettivo e stimolare da subito la produzione del latte materno, che può arrivare a coprire tutto il periodo di tempo necessario.

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Il latte materno

Il latte materno è il miglior alimento per il neonato perché fornisce tutti i nutrimenti necessari di cui ha bisogno nella prima fase della sua vita. In particolare il colostro, cioè il ‘primo latte’ è ricco di anticorpi che difendono il bambino da infezioni a volte letali.

E’ inoltre l’alimento biologicamente adatto all’essere umano. La sua temperatura è ottimale, è sempre pronto al momento e quindi è sempre fresco. In più durante la crescita del neonato ha la capacità di trasformare la propria composizione, adeguandosi man mano alle necessità nutritive del bebé.

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